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I genitori sono obbligati a controllare i profili social dei figli minorenni

Il Tribunale di Brescia, con la sentenza n.879 del 4 marzo 2025, ha condannato a risarcire 15mila euro di danni i genitori di una ragazza che, con vari profili fake, aveva insultato ripetutamente una compagna di classe, pubblicando anche foto pornografiche generate con un software di manipolazione delle immagini. Le indagini penali avviate per i reati di diffamazione aggravata, atti persecutori e detenzione di materiale pedopornografico avevano portato a individuare l’utenza della ragazza e di conseguenza i genitori della persona offesa avevano chiesto in sede civile il risarcimento dei danni subiti.

La vittima, infatti, aveva dichiarato di essere stata presa di mira dai profili fake con insulti reiterati e di avere paura anche di uscire di casa.

Secondo il Tribunale, per fornire la prova liberatoria dalla responsabilità genitoriale (in base all’articolo 2047 del Codice civile), i genitori non possono invocare le scarse competenze informatiche e affermare di avere chiesto ai figli di condividere le password, se poi questi hanno creato falsi profili e nemmeno sostenere di non poter invadere la privacy dei figli.Essi devono, invece, provare di non aver creato o lasciato permanere situazioni di pericolo, tali da permettere il compimento degli atti illeciti.

Sui genitori, quindi, incombe un dovere di sorveglianza rafforzato anche sui sistemi di intelligenza artificiale sempre più utilizzati dai ragazzi per creare o modificare contenuti. Lasciare soli i figli minorenni davanti a uno schermo renderà di fatto impossibile la prova liberatoria in tribunale.

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